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Giovedì, 28 Maggio 2020 10:45

Flotte aziendali la sospensione dei canoni agita il mercato

Effetto Covid-19. Durante il lockdown molte imprese hanno congelato i pagamenti per fronteggiare la crisi di liquidità e ora puntano ad allungare i contratti.

Le flotte sono una dotazione dell’impresa che non si riduce per due mesi di smart working. Questo dà una forte stabilità al business dei noleggiatori, almeno nel breve. Eppure le questioni sul tavolo non mancano.

Quando l’intero sistema economico si ferma, la prima responsabilità degli amministratori delegati è mettere in sicurezza l’azienda, proteggendo la cassa e massimizzando la liquidità, per far fronte il più a lungo possibile alle spese non differibili. Questa esigenza ha spinto “i clienti a chiedere il congelamento o la sospensione dei canoni di noleggio a lungo termine, almeno nel periodo di lockdown”, spiega Andrea Croce, da poco a capo delle vendite fleet di FCA, secondo cui “il tema delle linee di credito impatta anche sul rating, creando un circolo vizioso: il noleggiatore, che è una banca, alza i canoni perché l’azienda cliente rischia di essere meno solvibile”. Sul punto dei pagamenti c’è anche una discreta confusione, come fa notare Alberto Viano, A.D. di LaesePlan: “L’incerta comunicazione del Governo ha spesso ingenerato l’erronea aspettativa, soprattutto tra piccoli utilizzatori, che la sospensione del canone fosse un diritto”. Il riferimento è alla natura non finanziaria del noleggio, che vale la pena chiarire. Il decreto “Cura Italia” prevede misure di sostegno finanziario alle PMI, stabilendo all’art. 56, comma 2, che possano avvalersi di alcune misure di sostegno finanziario, in relazione alle esposizioni debitorie nei confronti di banche, intermediari finanziari previsti dal Testo Unico Bancario e altri soggetti abilitati alla concessione di credito. Alla successiva lettera c) stabilisce che il pagamento delle rate o dei canoni di leasing, in scadenza prima del 30 settembre 2020, sia sospeso sino al 30 settembre 2020 e che il piano di rimborso delle rate o dei canoni oggetto di sospensione sia dilazionato, secondo modalità che assicurino l’assenza di nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti. Ora, va chiarito che tale normativa non contempla le attività di noleggio veicoli, in quanto non soggette alla normativa del Testo Unico Bancario, nonostante le banche siano tra i maggiori azionisti di aziende NLT.

Bisogna poi aggiungere che alcuni settori, primo fra tutti il comparto del turismo ma non solo, hanno visto diminuire le attività in modo più drastico e per loro non basterà una sospensione. Pertanto, sebbene il noleggio a lungo termine non sia un acquisto che si attiva o disattiva nell’arco di settimane, resta da vedere qual è il comportamento delle imprese sui contratti che scadono in questi mesi. In tempi normali, andrebbero rinnovati, ma adesso c’è grande incertezza, come spiega il direttore generale di Arval Italia, Štefan Majtán: “Le aziende ci chiedono soprattutto di prorogare i contratti in essere, per rimandare alcune decisioni strategiche a quando saranno fuori dalla fase emergenziale, dando loro modo di capire meglio come ripartire, anche a livello strategico. Ma ci aspettiamo che, con la riapertura e con il ritorno all’attività di molti settori, nel giro di qualche tempo le aziende tornino a programmare lo sviluppo della propria flotta". Invece per Croce questo “rallentamento dei rinnovi si riscontra solo per le PMI. Le grandi corporation stanno portando avanti gare e rinnovi con un focus molto importante sul saving. In alcuni casi abbiamo rivisto una riorganizzazione delle car policy con un downgrading su versioni e vetture”. Ma il futuro prossimo potrebbe avere dei contorni più ampi, almeno secondo Viano: “Anche il NLT sarà colpito dalla richiesta di maggiore efficienza e produttività delle imprese. Quindi dovremo cambiare le nostre strategie e la nostra proposizione commerciale per incrementare la flessibilità dei contratti ed incrociare la domanda di mobilità individuale, che crediamo aumenterà. Il tutto supportando l’obiettivo della riduzione delle emissioni di clima alteranti e CO2.”. Sulla stessa prospettiva del cambiamento anche l’analisi di Majtán: “Probabilmente cambieranno anche alcune modalità di accesso ai veicoli. Penso a un possibile aumento del ricorso a soluzioni di medio termine, più flessibili e che possono anche consentire alle aziende di rinviare le scelte di più lungo periodo.”.

A completare il quadro, oltre alle flotte ci sono i professionisti, gli artigiani e le partite IVA, che scelgono anche in base al sentiment che hanno verso la loro capacità di reddito futura. Per loro arriva da Hyundai una soluzione molto innovativa, messa a punto con AON, primo broker mondiale. Regalano ai clienti una copertura di 2.500 euro per l’eventuale chiusura della partita IVA, laddove le cose dovessero andar male.