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Martedì, 23 Novembre 2021 09:00

Organizzare il lavoro - il lavoro organizzato - 1ª parte



Iniziamo questa breve rubrica con qualche spunto di riflessione sul tema dell'organizzazione del lavoro; argomento che, con il rientro negli uffici in presenza post-pandemia, tornerà a prendere piede.


Guardando con fiducia ad uno scenario post-pandemico, in cui il rientro negli uffici “in presenza” sarà sicuramente necessario — almeno in alternanza con il c.d. Smart-Workng — torna di estrema attualità il tema dell’organizzazione del lavoro, per recuperare efficienza e competitività, favorendo un clima sereno e collaborativo.

Non esistono, ovviamente, modelli-matrice validi per tutti i contesti aziendali; ma ciascun Responsabile, basandosi su di alcuni semplici principi, sul buon senso e sulle buone prassi già consolidate in Azienda, può e deve immaginare (o rivedere) le procedure/regolamenti interni, cui i dipendenti e collaboratori debbono ispirarsi nella loro prestazione quotidiana.

Si tratta di considerare prioritario investire sul “capitale umano” (le aziende ed il loro successo, checché se ne dica,  dipendono dalla qualità e capacità delle Risorse Umane, non bastano i capitali o il brand!) fornendo formazione ed informazione, esercitando una leadership autorevole e non autoritaria, curando l’ambiente di lavoro ed i processi interni, per creare efficienza e valore.

In primis debbono essere combattute con vigore, senza infingimenti o condizioni, tutte le forme di discriminazione, palesi e non. Non serve elencarle, tutti sanno bene di cosa stiamo parlando. Ed un modo efficace per dare forma a questa “lotta”, è anche quello di guardare ai talenti ed alle capacità dei singoli, (senza distinzione di orientamento sessuale, razza, religione, età, etc.) così da collocarli nei ruoli che possano permettergli di esprimere al meglio le proprie potenzialità e crescere sotto il profilo umano e professionale, a vantaggio di tutti e dell’Azienda.

Banale? Non direi.
Se si effettua una buona selezione all’atto dell’assunzione, si è poi in grado di valutare bene, come e dove collocare le risorse, nell’immediato e nel futuro. Se invece si cerca banalmente una “testa” per coprire un buco in organico, probabilmente il risultato sarà quello di aver collocato la persona sbagliata nel posto sbagliato.
Già… Anche questa affermazione può sembrare banale, ma vi invito ad una riflessione: se colloquiando un/a candidato/a per le posizione X, vi accorgeste che sarebbe perfetto/a per un’altra posizione già coperta e che, forse, la risorsa che ora la occupa, avrebbe proprio bisogno di nuovi stimoli e magari risulterebbe ben lieta di mettersi in gioco e cambiare (anche affrontando un percorso formativo specifico), non fareste il meglio, scegliendo questa strada?

E tutto ciò, non riguarda – secondo voi — l’organizzazione del lavoro? Diremmo proprio di si. Ma purtroppo raramente se ne tiene conto, e per diversi motivi: culturali, perché è più semplice dire “abbiamo sempre fatto così...” e soprattutto perché la “visione d’insieme” richiede un grande sforzo. Ma vi assicuriamo che, ne vale la pena!

Massimo Martino
Consulente del Lavoro, si occupa da sempre di Amministrazione e Gestione delle risorse umane. Ha anche significative esperienze come Manager, sempre nel settore dei servizi alle imprese, che sono un valore aggiunto per i nostri clienti.



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