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07.03.2013 09:36

Consulente del Lavoro: gli estremi del reato di esercizio abusivo – Cassazione sent. 9725 del 28 febbraio 2013

La Corte di Cassazione ha emesso la sentenza n. 9725 del 28 febbraio 2013 esprimendosi in materia di professioni.

Nello specifico i Giudici hanno definito gli estremi del reato di esercizio abusivo della professione di Consulente del lavoro soprattutto per quanto riguarda le PMI e le società cooperative. Il diritto, infatti, prevede che le aziende possano delegare tali compiti a lavoratori dipendenti a servizi istituiti dalle rispettive associazioni di categoria ma tali compiti non possono essere “delegate in qualsiasi materia a terzi”. Tale norma è stata elaborata nella tutela dei cittadini che devono avere la certezza di essere seguiti da “soggetti con un minimo standard di qualificazione”.

Il reato, dunque, sussiste “laddove la gestione dei servizi e degli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale venga curata, non da dipendenti di un’associazione di categoria, cui l’art. 1 comma 4 della legge n. 12 del 1979 (contenente le norme per l’ordinamento della professione del lavoro) eccezionalmente riconosce la possibilità di quella gestione, ma da un soggetto privo del titolo di consulente del lavoro, ovvero non iscritto al relativo albo professionale, che sia socio di una società solo partecipata da una di quelle associazioni di categoria.