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Tuesday, 11 August 2020 14:30

Crescita strutturale delle PMI manifatturiere “made in Italy” con le esportazioni nei Paesi lontani con alto potenziale commerciale

L’internazionalizzazione delle imprese costituisce uno degli obiettivi prioritari per la crescita, anche sociale. Il futuro sono i mercati esteri ad alto potenziale commerciale



L’aumento dell’instabilità economica e le tecnologie digitali hanno diffuso un nuovo modo di fare impresa, la «condivisione sostenibile», che mira all’Insieme di risorse nell’ambito di una Piattaforma Strategica ad alti contenuti valoriali basata su centralità dell’obiettivo, ampliamento dell’offerta, ottimizzazione delle risorse, flessibilità; pertanto sono necessarie aggregazioni transdisciplinari finalizzate all’erogazione di consulenza e servizi capaci di irradiare modalità connettive e collaborative fra Soggetti legati da una filosofia dell’economia condivisa e da un obiettivo prioritario.

Studi hanno dimostrato che l’internazionalizzazione proattiva rafforza la crescita aumentando competitività e redditività e consentendo lo sviluppo dell’Impresa nei mercati globali; è noto che l’economia reale basa la sua solidità sulla produzione.

La crescita delle PMI “Made in Italy” è un passo importante per lo sviluppo del nostro Paese; dipendono ancora dal mercato interno, sono una risorsa produttiva per le incertezze future, la loro crescita con interventi strutturali è una scelta strategica fondamentale per lo sviluppo e la diminuzione del rischio Paese; realizzano l’80% circa del PIL italiano, rappresentano complessivamente circa il 90% delle imprese attive; spesso escludono la leva dell’export nei Paesi lontani (zona ASEAN, ecc.) ad alto valore commerciale a causa di scarsa massa critica, mini-dimensione, ridotte disponibilità finanziarie e zero economie di scala che impediscono l’assistenza dell’alta consulenza.

Prometeia ha stimato che nel 2017 le PMI erano circa 5,3 milioni, impiegavano oltre 15 milioni di persone generando un fatturato complessivo di 2.000 miliardi di euro; il loro potenziale è alto, esportano soltanto il 29% contro il 50% di altri Paesi.  Le piccole e medie imprese spagnole e tedesche hanno intrapreso il percorso di sviluppo nel 2008.

▪ I Commercialisti nel 2016 hanno deciso di estendere l’assistenza ai loro clienti sulle questioni tecnico-operative connesse alla internazionalizzazione, il contatto quasi quotidiano con i loro clienti è importante.

▪ I Manager esperti dei mercati ad alto valore commerciale sono indispensabili.

▪ L’alta consulenza assicura alle imprese socie lo sviluppo strutturale apportando le risorse economico-finanziarie necessarie, che fanno la differenza per penetrare i Mercati ad alto potenziale commerciale.

▪ Gli incubatori universitari sono una risorsa, anche per la cultura d’impresa.

Una delle «soluzioni» per l’incremento della produzione: esportazioni nei Paesi residuali con percorso parallelo all’attività ordinaria delle aziende partecipanti.

> L’internazionalizzazione delle imprese costituisce uno degli obiettivi prioritari per la crescita, anche sociale; il futuro sono i mercati esteri ad alto potenziale commerciale; è fondamentale che le esportazioni siano strutturate per penetrare i Mercati esteri al fine di creare valore e che le imprese abbiano le risorse per adeguarsi alle trasformazioni in atto nel mondo del commercio (nuovi e diversi modi di vendita e servizi); nel presente-futuro i mercati ad alto potenziale commerciale richiedono l’insieme di settori e marche.

> Assistiti dai loro professionisti di fiducia e tramite una società fiduciaria, numerosi imprenditori – che abbiano volontà di crescere e capacità produttiva “Made in Italy” marchio unico al mondo ma non hanno le risorse per presidiare i mercati ad alto potenziale commerciale – costituiscono una società concessionaria per l’export nei Paesi residuali alla propria programmazione partecipata pariteticamente. La stessa Fiduciaria ha custodito in deposito i modesti contribuiti dei soci alla formazione del capitale necessario per lo svolgimento dell’attività d’impresa, amministra l’accordo fra le Imprese basato sul conseguimento di obiettivi concordati con i manager. I commercialisti definiscono il punto di pareggio (n. 100 Imprese, 10.000 Euro a capitale ciascuna) valutando la capacità produttiva dei loro rispettivi clienti (attuale e potenziale-finanziata), ricevono la delega per partecipare all’assemblea.

> La società autofinanziata, che opera per risultati, ha per oggetto l’esportazione dei prodotti delle imprese partecipanti nei Paesi dove le stesse non sono presenti; è residuale rispetto alla programmazione di ciascuna azienda; promuove l’export dei singoli prodotti con etichette originali; è sostenuta da una percentuale sul fatturato; distribuisce gli utili in relazione alla percentuale di fatturato di ciascun socio; è amministrata da un coordinatore indipendente e diretta da Area Manager esperti dei mercati esteri lontani ad alto potenziale commerciale e della relativa logistica.

> La particolare offerta commerciale del “Made in Italy”, le economie di scala e la riorganizzazione delle imprese socie consentono di non delocalizzare la produzione; l’incremento di produzione e vendita dei loro prodotti potrà essere agevolato con vantaggi fiscali e finanziari vincolati al fatturato estero e motivati da diminuzione del debito ed aumento del Pil.

In sintesi: crescita strutturale di produzione e lavoro con massa critica, competenze specialistiche, offerta di marchi e prodotti, risultati (fatturato ed altro).





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