Martedì, 17 Settembre 2024 08:00
Buoni pasto e buoni acquisto: caratteristiche e differenze
La concessione di buoni pasto e buoni acquisto è subordinata ad accordi specifici e può non costituire parte della retribuzione. Entrambi i benefit godono di agevolazioni fiscali, ma differiscono per utilizzo e vantaggi. |
Nell’ambito dei rapporti di lavoro subordinato, l’assegnazione di buoni pasto o buoni acquisto non costituisce un diritto automatico per il lavoratore, ma dipende da specifici accordi, che siano collettivi o individuali. In assenza di tali accordi, non è possibile rivendicare tali benefici, poiché essi non fanno parte della retribuzione, ma rientrano tra le prestazioni di welfare.
La normativa non impone al datore di lavoro l’obbligo di concedere buoni pasto o buoni acquisto. La loro erogazione, infatti, è sempre il risultato di quanto stabilito nel contratto di lavoro o in successivi accordi tra le parti.
Ecco le principali differenze tra questi due strumenti.
Buoni pasto
I buoni pasto sono documenti, in formato cartaceo o elettronico, che permettono di ottenere alimenti, bevande o prodotti gastronomici pronti al consumo presso esercizi convenzionati con l'emittente. Essi fungono da servizio sostitutivo della mensa aziendale e hanno un valore corrispondente a quello indicato sul buono.
I buoni pasto non sono trasferibili, vendibili, cumulabili oltre il limite di 8 per volta, né convertibili in denaro. Devono essere utilizzati per intero entro un anno dalla loro emissione, esclusivamente dal titolare, che deve datarli e firmarli al momento dell’uso.
Dal punto di vista fiscale, i buoni pasto sono esenti da tassazione entro un determinato limite giornaliero: solo l’importo che eccede tale limite concorre a formare il reddito da lavoro dipendente, su cui si calcolano i contributi previdenziali e le imposte. Il buono cartaceo è esente da tassazione fino a 4 euro, mentre quello elettronico è esente fino a 8 euro.
N.B.: L’esenzione fiscale e contributiva dei buoni pasto si applica anche ai lavoratori part-time, anche se l’articolazione dell’orario di lavoro non preveda il diritto alla pausa pranzo.
Buoni acquisto
Accanto ai buoni pasto, che possono essere utilizzati solo durante i giorni lavorativi e per l’acquisto di alimenti, vi sono i buoni acquisto, strumenti più flessibili che permettono ai lavoratori di acquistare una vasta gamma di beni e servizi. Questi rientrano nella categoria dei Fringe benefit.
I buoni acquisto costituiscono un'erogazione in natura esente da imposizione fiscale e contributiva fino a 258,23 euro annui, come previsto dal comma 3 dell’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).
Per l’anno fiscale 2024, la Legge di Bilancio (art. 1 comma 16, L. n. 213 del 30 dicembre 2023) ha innalzato le soglie esentasse per i fringe benefit, fissandole a:
- 2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico (inclusi figli naturali riconosciuti, adottivi e affidati, come specificato dall’articolo 12, comma 2, del TUIR);
- 1.000 euro per i dipendenti senza figli a carico.
Lo Studio Giacomobono & Partners rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.
Fonte / Source: | Massimo Martino |
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