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Martedì, 15 Maggio 2012 08:21

Riforma delle professioni: le proposte dei commercialisti





Si sono dati appuntamento a Catania i dottori commercialisti ed esperti contabili italiani per fare il punto su liberalizzazioni e riforma delle professioni.

L’occasione è stato il convegno sul tema “ Attuare la riforma delle professioni: le proposte dei commercialisti”, una due giorni caratterizzata da dibattiti e tavole rotonde per discutere delle proposte che l’Ordine inviò già nell’Ottobre scorso al Ministero della Giustizia per farle confluire all’interno nei Dpr attuativi da emanare entro il 13 Agosto.

Da allora però il quadro è rimasto immutato fatta eccezione per l’introduzione da parte dell’esecutivo nazionale di norme che hanno modificato il tirocinio e abolito le tariffe professionali.

Provvedimenti questi sui quali i commercialisti hanno espresso più di una perplessità. L’abrogazione delle tariffe, secondo molti relatori, si è rivelata una misura che ha semplicemente determinato un vuoto che adesso il governo tecnico sta tentando di coprire attraverso l’introduzione dei parametri che non solo appaiono poco chiari ma rendono di fatto poco comprensibile la scelta di abolire le vecchie tariffe.

Anche sui tirocini i commercialisti storcono il naso. Se è vero che la riduzione a diciotto mesi del periodo di pratica (sei dei quali effettuabili durante il percorso universitario) agevola il percorso dei giovani è pur vero che restano molte incertezze. In primo luogo molti si chiedono come si farà con la revisione legale europea che di mesi ne richiede trentasei, ci vorranno per caso due esami? In tal caso la riforma otterrebbe gli effetti contrari a quelli previsti: rendere il percorso ancora più tortuoso.

L’ordine dei commercialisti pur ammettendo l’esistenza della necessità di trasformare il mondo delle professioni per adeguarlo all’evoluzione della società, pone una serie di paletti. La riforma può essere una grande opportunità insomma, ma i tempi ristretti e le modifiche ai decreti dello scorso Agosto sembrano andare per il verso opposto.

L’ordine aveva già avanzato, l’anno scorso, delle linee guida: tariffe non vincolanti, pubblicità libera, formazione professionale continua obbligatoria, assicurazione obbligatoria, tirocinio già a partire dall’Università e sanzioni disciplinari separate da quelle di rappresentanza. Il governo Monti, invece, nel mettere mano alla materia ha creato troppa confusione e in alcuni casi (rimborso spese invece che equo compenso ai praticanti) ha compiuto veri e propri passi indietro.

Ma è soprattutto la possibilità di riconoscere le professioni non regolamentate a fare tremare la platea dei commercialisti che rivendicano l’attestazione della loro preparazione e della loro professionalità come tratto caratterizzante della loro attività.