Stampa « Categoria: News

Giovedì, 26 Luglio 2012 09:09

Mediazione tributaria, accordo tra Agenzia delle Entrate e Commercialisti

Una collaborazione virtuosa tra Agenzia delle Entrate e Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC) al fine di ottimizzare e uniformare la gestione dell’istituto della mediazione tributaria, con l’obiettivo di migliorare i rapporti tra i contribuenti rappresentati dai commercialisti e il Fisco.

Questo è in pillole il contenuto del protocollo d’intesa firmato ieri a Roma dal direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, e dal presidente del Consiglio nazionale, Claudio Siciliotti.

Come spiega una nota, l’accordo apre "la strada a una collaborazione virtuosa tra i due attori, orientata alla cooperazione in sede amministrativa, alla diffusione della conoscenza del nuovo istituto e alla realizzazione di un osservatorio che consenta di monitorare l’andamento della mediazione tributaria".

Il patto nazionale farà da cornice alle intese che verranno stipulate a livello locale tra gli uffici delle Entrate e le sedi locali dell’Ordine.
Proprio per questo motivo, sulla base dei contenuti del patto nazionale, il direttore regionale del Lazio, Carlo Palumbo, e quello della Lombardia, Eduardo Ursilli, hanno sottoscritto i protocolli d’intesa territoriali con i presidenti degli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma e di Milano, rispettivamente Gerardo Longobardi e Alessandro Solidoro.

Agenzia delle Entrate- Nel dettaglio, come riporta Fiscooggi, in base al nuovo accordo l’Amministrazione finanziaria si impegna a esaminare sistematicamente tutte le istanze in modo approfondito, a comunicarne tempestivamente l’eventuale improponibilità e a concedere, se sussistono i presupposti, la sospensione dell’atto impugnato per evitare possibili danni patrimoniali al contribuente. Se le somme versate siano, per errore scusabile, lievemente inferiori a quelle dovute o pagate in leggero ritardo, l’Agenzia riterrà valido il comportamento del contribuente a condizione che le irregolarità vengano sanate nel più breve tempo possibile (anche se a chiedere la correzione è l’ufficio). In caso di esito negativo del procedimento di mediazione, provvederà a redigere una motivazione particolareggiata sulle ragioni del diniego dell’istanza.

Commercialisti- Al contempo, i commercialisti faranno il possibile per sensibilizzare i propri iscritti sul carattere preventivo e obbligatorio della mediazione tributaria, sull’importanza di fornire all’Amministrazione finanziaria gli esatti recapiti necessari a garantire un rapido scambio di informazioni e a ricevere le comunicazioni relative alla procedura. L’Ordine, poi, si impegna a partecipare in modo collaborativo al contraddittorio con l’ufficio per giungere a una definizione del procedimento in linea con i principi sanciti dallo Statuto del Contribuente e con quelli della giusta imposizione e del giusto procedimento.

Osservatorio per monitorare l’andamento- Inoltre, Fisco e commercialisti insieme realizzeranno un osservatorio sull’andamento della mediazione, si incontreranno periodicamente per risolvere eventuali criticità, senza mai lasciare la via della fattiva collaborazione.

Liti minori- Come spiega ancora la nota, per le controversie di valore non superiore a 20.000 euro non è più possibile fare ricorso alla Commissione tributaria senza aver prima presentato istanza di reclamomediazione all’Agenzia delle Entrate. Infatti, al fine di prevenire le liti “minori”, che possono essere risolte senza ricorrere al giudice, il Dl n. 98/2011 ha introdotto il nuovo istituto del reclamomediazione, che garantisce al Contribuente tempi brevi e certi per ottenere una risposta dell’Agenzia e, in caso di accordo, sanzioni ridotte al 40%. La mancata presentazione dell’istanza di reclamo-mediazione è iinfatti causa di inammissibilità del ricorso alla Commissione tributaria.