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Martedì, 18 Settembre 2012 11:39

Analisi dei dati Istat del commercio estero in Italia

 


I dati di luglio dell’interscambio commerciale dell’Italia mostrano una sostanziale ripresa congiunturale, dopo le flessioni sperimentate a giugno, sia delle esportazioni (+0,3% rispetto al mese precedente) sia – in misura più consistente – delle importazioni (+2,9%).

Anche la ripresa delle importazioni in questo contesto va letta positivamente, anche perché ha interessato i beni strumentali e i prodotti intermedi, e quindi potrebbe segnalare un riavvio dei processi produttivi. Interessante notare come si sia verificata una inversione di tendenza, nel senso che, per la prima volta dopo molti mesi, l’incremento congiunturale delle vendite italiane all’estero sia da ascrivere alla ripresa delle cessioni di beni verso i paesi dell’Unione europea (+0,8%), mentre l’export diretto al di fuori dell’Ue ha mostrato una lieve flessione (-0,3%). Ulteriore nota è che tale incremento sia stato indotto in modo particolare dall’incremento di vendite di beni strumentali (+2,3%) e di beni intermedi (+1%), a riprova dell’avvio di una fase di virtuosa ripresa degli investimenti manifatturieri.
 
Il confronto con il mese di luglio 2011 rivela una consistente dinamica delle esportazioni, aumentate del 4,3% rispetto al luglio 2011, a fronte di una flessione della stessa entità negli acquisti dall’estero (-4,3%). Di conseguenza abbiamo assistito ad una robusta dilatazione del surplus mercantile a circa 4,5 miliardi di euro (+2,7 miliardi con i paesi Ue e +1,8 miliardi con i paesi extra Ue), valori che non venivano registrati da molti anni, pari a tre volte l’avanzo registrato nel mese di luglio 2011 (1,5 miliardi), grazie al fortissimo avanzo della bilancia al netto dell’energia (+9,4 miliardi) che riesce a molto più che compensare il disavanzo della bolletta energetica (-4,9 miliardi). La scomposizione dei valori rivela inoltre che, oltre alla crescita dei valori medi unitari (+3,8%) anche i volumi hanno continuato ad aumentare, per il secondo mese consecutivo, ancorché in misura più contenuta (+0,5%).
 
Per quanto concerne i mercati, nell’ambito dell’Unione europea spicca la forte espansione delle vendite nei Paesi Bassi (+19,5%), nel Regno Unito (+8,9%) e nella Repubblica Ceca (+5,2%), la positiva performance della Francia (+2,1%), anche se si registra una contrazione in Germania (-1,7%). All’esterno dell’Ue, fortissimi incrementi si registrano verso i paesi dell’Africa settentrionale (+31,4%) a conferma del ristabilirsi, in gran parte dei Paesi, delle normali relazioni bilaterali dopo gli eventi dello scorso anno e a conferma della ripresa della specializzazione mediterranea di molte delle imprese italiane, ma anche verso l’ASEAN (+29,6%), l’Australia e Nuova Zelanda (+29,4%), gli Stati Uniti (+21,8%), i paesi OPEC (+20,6%) ed il Giappone (+20,3%) mentre continuano ad assorbire forti flussi di esportazione anche Svizzera (+19,2%) e Turchia (+17,7%). Dall’altro lato, preoccupa la flessione tendenziale delle vendite in tre mercati dalle dimensioni rilevanti, quali Cina (-16,6%), India (-8,9%) e Russia (-3%), a causa delle difficoltà macro-economiche che tali economie stanno sperimentando.

Dal lato dei settori merceologici, si registrano vendite sostenute nell’ambito degli articoli farmaceutici (+13,1%), settore notoriamente anticiclico, degli autoveicoli (+12,5%), del legno e prodotti in legno, mobili esclusi (+11,3%), mentre prosegue la robusta espansione delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande (+11,2%) che confermano andamenti positivi anche nelle fasi congiunturali più critiche. Incrementi robusti superiori alla media si rilevano anche per prodotti chimici (+8,3%) e per le piastrelle ceramiche (+7,2%).

Il risultato evidentemente molto positivo del mese di luglio 2012 si riflette in quello aggregato dei primi sette mesi del 2012 che mostrano un avanzo commerciale complessivo dell’Italia per un valore che risulta inferiore a quello emerso nel solo mese di luglio (4,4 miliardi), sostenuto dal forte surplus nell’interscambio di prodotti non energetici. L’attivo registrato nei beni strumentali rappresenta circa il 70% del totale, a conferma che la ripresa della proiezione internazionale del nostro paese sta avvenendo grazie soprattutto ad una delle sue più importanti eccellenze, il comparto della meccanica strumentale.