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Martedì, 19 Febbraio 2013 11:39

Expo 2015 porterà 25 miliardi di euro, elaborato il modello di calcolo dell'impatto economico

 



Fra il 2012 e il 2020 l’Esposizione Universale genererà un indotto economico complessivo (cioè un fatturato), su Milano e su tutto il territorio nazionale, di 24,7 miliardi di euro.

Il valore aggiunto, cioè l’utile lordo al netto dei costi, sarà pari a 10,5 miliardi di euro, mentre l’occupazione generata toccherà le 199mila unità di lavoro. Questi, in sintesi, i numeri che emergono dalla ricerca sull’impatto economico dell’evento commissionata a un team di analisti economici dell’SDA Bocconi dalla Camera di Commercio di Milano e da Expo 2015 SpA e presentata ieri da Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano, e Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015 SpA.

L’impatto maggiore sarà legato ai flussi turistici, che porteranno 9,4 miliardi, di cui 4 miliardi di valore aggiunto, e richiederanno 80mila posti di lavoro, più altri 10mila dopo l’evento, come effetto di lungo termine sul turismo nazionale. Nasceranno inoltre nuove imprese che genereranno un Pil di 1,7 miliardi e 12,4mila posti di lavoro, mentre gli investimenti diretti esteri porteranno 1 miliardo di valore aggiunto e 16,5mila posti di lavoro. Infine, la ricerca ha stimato che la rivalutazione del valore degli immobili dell’area milanese legata allo svolgersi dell’Expo e gli investimenti legati al sito Expo porteranno un Pil di 1,1 miliardi di euro e richiederanno 8mila posti di lavoro.

Per produrre queste cifre, gli analisti, coordinati da Alberto Dell’Acqua, hanno elaborato ex novo un modello di calcolo dell’impatto economico di Expo: “Non esisteva un modello che potesse adattarsi a un evento prolungato nel tempo come l’Expo” ha commentato Dell’Acqua. Abbiamo considerato i modelli già utilizzati per calcolare l’impatto di congressi o di eventi sportivi quali Olimpiadi o Mondiali di Calcio, ma non erano replicabili nel caso di Expo”.

Il nuovo modello di stima dell’indotto economico – e stupisce che nessuno dei paesi che hanno in passato ospitato Expo abbia prima d’ora pensato a elaborarne uno –, si articola su due macro livelli di analisi: l’impatto dell’evento e l’impatto della legacy, cioè dell’eredità di lungo termine, che l’evento lascerà sul territorio.

Il valore complessivo di 24,7 miliardi di euro è stato ottenuto sommando i 3,4 miliardi dell’impatto economico diretto (investimenti e costi di gestione di Expo 2015 SpA e investimenti dei paesi partecipanti) ai 15,1 miliardi dell’impatto economico indiretto (effetti indiretti e indotti delle voci di impatto diretto più l’impatto dell’incoming turistico) e ai 6,2 miliardi della legacy, cioè gli effetti di lungo termine derivanti dall’evento (start up di imprese generate dall’evento, valorizzazione del patrimonio immobiliare, sviluppo di investimenti esteri, sviluppo dell’attrattività turistica del paese).

Il calcolo è basato sulla previsione di 20 milioni di visitatori nel corso dei sei mesi di esposizione – “le 30mila interviste internazionali che abbiamo condotto hanno confermato la validità di questa previsione” ha dichiarato Sala – e non comprende i progetti infrastrutturali, perché “non sarebbe altrimenti utilizzabile per altri eventi Expo” ha spiegato Dell’Acqua. Il modello di calcolo sarà messo a disposizione del BIE per valutare l’impatto dei prossimi Expo. “Il momento della presentazione di questa ricerca non è casuale” ha detto Giuseppe Sala. “Vogliamo consegnare questi numeri e queste stime al prossimo presidente della Regione Lombardia, al prossimo Parlamento e al prossimo Governo, perché comprendano il valore dell’Expo non solo per Milano ma per l’intero paese”.

I due maggiori temi che emergono dalle cifre dello studio, secondo Sala, sono l’impatto dell’incoming turistico e i posti di lavoro richiesti (attenzione, non generati) per l’Expo. “Stiamo quindi attivandoci per declinare le specifiche professionalità richieste per le attività Expo e per collegare domanda e offerta” dice. E sulla portata dell’Expo Carlo Sangalli commenta: “L’Expo è una grande opportunità perché tocca tutte le categorie produttive, e i numeri dimostrano come sia una leva determinante per la crescita: dei 25 miliardi di impatto economico, 10,5 sono la ricchezza che rimarrà alle imprese, agli investitori e ai lavoratori: i dati sono nazionali, ma Milano e la Lombardia ne saranno i principali beneficiari”.

“Tutto il sistema produttivo deve essere compatto per attrarre non solo flussi turistici, ma anche grandi congressi, che possano ritornare periodicamente” ribadisce Diana Bracco, presidente di Expo 2015 SpA e commissario generale del padiglione Italia. “Se sapremo offrire un paese organizzato e stimolante gli stranieri torneranno”.

L’arco temporale considerato dallo studio di impatto economico parte dal 2012. È possibile quindi avere qualche dato di impatto relativo allo scorso anno? “Non ancora” risponde Dell’Acqua. “L’analisi su base annua e su base territoriale, che costituisce l’ultima parte della ricerca, sarà disponibile nei prossimi mesi”. Il modello elaborato dalla SDA Bocconi consente anche di fare i calcoli a consuntivo dell’evento, per verificarne la coerenza con le stime di previsione: “Un primo calcolo di consuntivo dell’impatto potrà essere fatto subito dopo l’Expo” dice Dell’Acqua. “Ma per avere il consuntivo completo occorrerà attendere il 2020, quando potrà essere calcolata anche l’eredità effettiva di lungo termine prevista nell’arco temporale considerato dalla ricerca”.