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Giovedì, 28 Marzo 2013 09:36

L’incertezza politica prolunga la sofferenza del mercato dell'auto

Un mese fa pensavamo che le elezioni politiche potevano avere un impatto sugli acquisti di nuove auto "prima" delle urne, perché in quel periodo si sarebbero concentrate l'incertezza e l'attesa per il responso degli italiani e il conseguente nuovo orientamento politico-economico. Ora sappiamo benissimo quale Parlamento sia uscito dalle urne. E siamo molto più incerti di prima.

In questo scenario, sembra un azzardo prevedere che nel 2013 si vendano più di 1.250.000 auto nuove, l'11% meno del 2012, con un primo bimestre che si è attestato al -17%.

I privati saranno la fonte più cospicua di questo calo, lasciando circa 90.000 vetture nei saloni (-10%), a causa certo della congiuntura particolarmente critica. Ma la loro prudenza nel rinnovare l'auto, che si trasforma non tanto in decisione di "non" comprare, ma di comprare con più lentezza, allungando il tempo di sostituzione, deriva pure da altri fattori, ormai noti. In primis, il minor utilizzo dell'auto. Questo trend a spostarsi con mezzi alternativi (treno e voli low-cost) ha subito negli ultimi mesi una brusca accelerazione, spinta dal caro-benzina, toccando la mobilità urbana. È visibile il minor traffico di auto nelle principali città, confermato dall'incremento degli abbonamenti ai mezzi pubblici. A Roma ATAC ha comunicato recentemente un aumento di quasi il 14% rispetto al miglior valore mai toccato.

Tuttavia, la flessione maggiore il Centro Studi Fleet&Mobility la prevede nelle cosiddette auto-immatricolazioni, ossia tutte quelle macchine che vengono targate dai costruttori e dalle concessionarie, come demo e km0. La filiera distributiva (e in questo senso anche le filiali italiane delle Case ne fanno parte) è in grande sofferenza. Ci sono dealer che cessano di essere tali, e quelli che continuano stanno riducendo l'organizzazione per sostenere minori costi e inseguire un break-even point sempre più sfuggente: l'Osservatorio Bilanci di Dekra si aspetta dai bilanci 2012 dei concessionari una redditività negativa (EBT medio pari a -2,4%), dopo cinque anni in cui è stata poco sopra lo zero.

Le società saranno l'altro segmento di clienti a comprare molto meno (-14%) del già basso 2012. Oltre alle sofferenze dovute ai mercati di sbocco, asfittici, c'è il grande e diffuso problema dei crediti da incassare (dalla P.A. – come denunciato più volte dal presidente di Confindustria Squinzi – ma non solo), che rende almeno complicato accedere a ulteriori finanziamenti per il leasing dell'auto.

Pure i noleggiatori acquisteranno meno auto. Il rent-a-car perché si aspetta un flusso turistico in calo, domestico e dall'Europa (i cui indicatori stanno puntando quasi tutti verso il basso). Il noleggio a lungo termine arriverà se va bene a quota 130.000 (-9%), a causa dei limitati acquisti del 2009 e 2010, quando il settore fu "colpito" dagli incentivi sul nuovo che di fatto penalizzarono il valore dell'usato. La risposta dei noleggiatori all'epoca fu un allungamento delle scadenze contrattuali che provocò minori acquisti di vetture nuove da noleggiare. Ora tali vetture dovranno essere sostituite, ma difficilmente supereranno quota 130.000.