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Giovedì, 18 Luglio 2013 09:36

White List per un’amministrazione trasparente: scarica il PDF del DPCM del 18 aprile 2013 per le aziende virtuose

Black List per le aziende che non presentano la totale trasparenza nelle proprie operazioni commerciali: una nota negativa che invita a non “fare affari” con chi potrebbe avere rapporti con associazioni o altro tipo di infiltrazione mafiosa. 

Le connotazioni imprenditoriali, però, non possono essere soltanto negative e, se da un estremo abbiamo il “torbido” dall’altro è necessario, quasi indispensabile, indicare il “candido”.

Una nota positiva, la “white list” che è stata istituita con il DPCM 18 aprile 2013 e divenuta effettiva dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2013 e inerente al "Rilascio del documento unico di regolarità contributiva anche in presenza di una certificazione che attesti la sussistenza e l'importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto".

Il Decreto non ha natura impositiva: le aziende interessate potranno volontariamente fare domanda - anche per via telematica - di inserimento nella Banca dati (valevole per il territorio nazionale) alla Prefettura di competenza e, in caso di presenza di tutti i requisiti richiesti dalla normativa, essere inseriti negli elenchi.

La banca dati è utile nel caso in cui l’azienda sia intenzionata a partecipare a bandi o gare d’appalto pubbliche e la ragione sociale sarà presente nella sezione “Amministrazione trasparente” del Ministero dell’Interno e della Prefettura di appartenenza. Proprio tale carattere di “trasparenza” implica una costante verifica da parte degli organi di controllo dei requisiti richiesti: l’inserimento nella white comporta la disponibilità a eventuale controllo del rispetto delle norme del Codice Antimafia.

Leggi il DPCM 18 aprile 2013