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Giovedì, 14 Aprile 2011 13:10

Traduzioni: come evitare un altro YouCat

"A volte i traduttori sono traditori", si legge in un articolo di Giacomo Galeazzi su "La Stampa" di oggi, citando le parole del Cardinale Christoph Schönborn.
L'articolo fa riferimento alle polemiche sorte sulla traduzione errata di alcune parti di "YouCat", il catechismo per giovani in 13 lingue pubblicato dal Vaticano, scoperta nella versione italiana, nonché nei testi tradotti dal tedesco nelle altre lingue e infine nella versione francese.

Con venti anni di esperienza nella traduzione, mi sento autorizzata a cedere ad un dubbio più che legittimo: il Vaticano si è avvalso di traduttori professionisti o, come è prassi generale, si è affidato al primo freelancer che si è proposto per l'incarico, magari anche ad un prezzo inferiore a quello di mercato?

E' l'annosa nonché spinosa questione che lacera da sempre il mondo della traduzione professionale: la maggior parte del pubblico che si rivolge ad un traduttore ritiene che il mestiere della traduzione sia di carattere puramente "compilativo" - cito testualmente il termine usato da un mio cliente che, tra l'altro, è una persona dotata di un certo grado di istruzione e di cultura -, ovvero consultare un vocabolario, individuare il termine che più ci aggrada e inserirlo nel testo, e così facendo, una parola dopo l'altra, ecco fatto, come per magia la traduzione si è materializzata sotto i vostri occhi, come una pizza precotta che si infila nel forno ed è pronta in soli cinque minuti !

Per questo non si va tanto per il sottile nella ricerca di un traduttore, mentre, al contrario, si fa molta attenzione a scegliere un medico o un avvocato.

Anche se forse non aiuta a salvare una vita, come farebbero un medico o un avvocato, la traduzione ha diritto alla stessa dignità di tutte le altre professioni: non è un mestiere che si improvvisa alla giornata, e, come tutte le professioni, ha il suo segreto nella diligenza e coscienziosità del professionista che la esercita.

A questo punto ritorno al mio dubbio legittimo: il Vaticano ha verificato la competenza dei traduttori prima di assegnare loro l'incarico? Ha verificato che non si trattasse di traduttori di mere "parole" e non del loro "senso" più profondo?

Se così non fosse sarebbe molto grave, perché significherebbe aver dimenticato l'avvertimento che la Chiesa stessa ha tramandato nella scelta del traduttore, quel precetto del traduttore colto, e dunque professionista, che è già tutto in nuce nello scritto di uno dei suoi dottori più illustri, San Gerolamo, il primo traduttore della storia, il quale, utilizzando un concetto molto moderno di traduzione che gli attirò le accuse dei suoi contemporanei, scriveva:

"Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le sacre Scritture, dove anche l'ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso ..."

(Epistulae 57, 5). 

Source / Fonte: Ounet Traduzioni, Maria Teresa Rinaldi - Project Manager
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