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Martedì, 14 Gennaio 2014 10:47

Social media, le più recenti statistiche e le loro implicazioni per il marketing

Non è una fase e non è transitoria. I social media diventano sempre più un’abitudine quotidiana per milioni di utenti tanto da essere, oggi, l’attività numero 1 sul web.

Nuove piattaforme nascono ogni giorno: alcune non decolleranno mai, altre andranno a sostituire, o ad affiancare quelle oggi più diffuse. Altre, i cui utenti “migrano” verso altri canali, muoiono. Ma lo strumento è consolidato, e le aziende che lo ignorano rischiano di rimanere, prima o poi, tagliate fuori dal mercato.

Questa è la prima di una serie di recenti statistiche sui social media che il blog Buffer ha raccolto da una varietà di fonti per delineare l’attuale scenario social e darne una lettura di supporto al marketing. Ognuna di queste statistiche, infatti, ha implicazioni di cui le aziende possono tenere conto per ottimizzare le proprie strategie di utilizzo dei canali social e sfruttarne al meglio le potenzialità. Ecco le altre.

Il 93% di chi si occupa di marketing usa i social media per lavoro
La percentuale, pur se riferita agli Stati Uniti, è molto elevata, e indica l’imprescindibilità dello strumento per una strategia di marketing multicanale. Gli obiettivi da perseguire attraverso le piattaforme social possono essere molteplici: sul web sono disponibili una quantità di blog, video e tutorial che indicano, a chi non l’ha ancora fatto, come costruire un’efficace presenza di brand sui social più adatti per il proprio target.

LinkedIn ha 2 nuovi iscritti ogni secondo
La piattaforma professionale continua a crescere a ritmi esponenziali, e fornisce l’opportunità di costruire network di settore attraverso lo scambio di informazioni e le conversazioni. Una pagina aziendale su LinkedIn, o un gruppo di interesse professionale, possono contribuire significativamente ad ampliare la propria base di contatti e di potenziali clienti.

YouTube raggiunge più utenti dai 18 ai 34 anni di qualunque canale TV via cavo
Se questo è vero negli Usa, in Italia il trend è simile, con la TV generalista che sta perdendo appeal presso il pubblico più giovane. Ciò significa che integrare YouTube nelle proprie strategie di marketing può, se l’obiettivo è il target di quella specifica fascia d’età, essere più efficace che investire in pubblicità televisiva. Secondo tutti gli indicatori, il video marketing continuerà a crescere esponenzialmente nel prossimo futuro e coinvolgerà in maniera crescente anche le altre fasce di utenti.

189 milioni di utenti Facebook si collegano alla piattaforma solo da mobile
Il mobile ha generato nel 2013 il 30% del fatturato pubblicitario di Facebook, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Occorre tenere presente il numero degli utenti che accedono da mobile e fare in modo che i propri contenuti siano ottimizzati e visibili anche su piccoli schermi, rendendoli inoltre facilmente condivisibili attraverso pulsanti bene in vista e accessibili.

Solo il 9% delle aziende impiega un blogger a tempo pieno
Il social media marketing è strettamente legato alla produzione di contenuti da condividere con la propria community di utenti, e la figura del blogger è rilevante perché i contenuti (cioè le notizie sull’azienda, l’insight sui prodotti e i servizi, gli articoli su temi di mercato correlati) partono spesso dal blog aziendale. Se in azienda non c’è un blogger il lavoro ricade sul marketing, o sulla comunicazione. Può funzionare, ma è bene sapere che una strategia ottimale di social media marketing richiede un impegno significativo per la produzione costante di contenuti.

La fascia d’età che cresce più rapidamente su Twitter è quella degli utenti dai 55 ai 64 anni
Fra l’altro, questa stessa fascia demografica è quella in più rapido incremento anche su Facebook e su Google+, probabilmente perché gli utenti più giovani sono vicino alla soglia di saturazione. Nel corso dell’ultimo anno i 55-64enni sono aumentati del 79% su Twitter, del 46% su Facebook e del 56% su Google+. Queste statistiche sfatano il mito che i social media siano solo per giovani e indicano che le aziende devono tenere in considerazione anche il target senior, i cui interessi sono diversi da quelli dei più giovani, quando postano contenuti su queste 3 piattaforme in particolare.

LinkedIn ha una percentuale di utenti attivi inferiore a quella di Facebook, Twitter, Pinterest e Google+
Sebbene aumentino a ritmo elevato, gli utenti di LinkedIn sono per lo più passivi: si iscrivono al network, costruiscono il proprio profilo, ma poi non partecipano tanto quanto su altri social. Una corretta strategia di social media marketing deve tenere conto anche di questo tipo di dati per individuare il giusto canale per ogni obiettivo. Se si vuole coinvolgere attivamente gli utenti con sondaggi o contest, probabilmente LinkedIn non è la piattaforma giusta. Meglio è utilizzare il social professionale per veicolare contenuti “passivi”, come articoli di blog o slide.