
Giovedì, 19 Gennaio 2017 07:49
Startup, sono sempre di più ma i conti non tornano
Le neoimprese innovative hanno superato quota 6.700, ma cala il numero degli addetti e il valore della produzione media, giunto a 144mila euro.
Sono i dati di Infocamere aggiornati a fine 2016. Un quadro stabile di un ecosistema però ancora acerbo. Una società su due è in perdita e il reddito operativo complessivo è negativo per 86 milioni.
La “temperatura” dell’ecosistema italiano delle startup è pressoché stabile: le neo imprese innovative sono in lieve aumento numerico, avendo superato quota 6.700, ma con minima diminuzione del numero medio degli addetti (poco più di 3 per startup). Il valore della produzione media nel 2015 è di poco superiore ai 144 mila euro, anch’esso in leggero calo, così come lo è (sempre in modo lieve) l’attivo medio che sfiora i 267 mila euro per startup innovativa. In totale le startup, nel 2015, hanno registrato una produzione complessiva pari a 583,8 milioni di euro, un dato inferiore di circa 1,3 milioni rispetto quello registrato a settembre. Il reddito operativo complessivo è negativo per poco più di 86 milioni di euro (contro gli 88 milioni della precedente rilevazione). Infine l’anno scorso il 57,17% delle startup, ovvero più di una su due, è risultata in perdita.
La foto è quella scattata dal Cruscotto sulle startup innovative con dati aggiornati al quarto trimestre 2016, ricavati dal Registro speciale tenuto dalle Camere di Commercio. Restituisce l’immagine di un mondo con numeri ancora obiettivamente ridotti (le neo imprese sono giunte a quota 6.745 a dicembre 2016) e piuttosto fragile sia per quanto riguarda l’occupazione (in media tre addetti a startup), sia per i ricavi. Non va tuttavia dimenticato che si tratta di imprese nei primissimi anni di vita e che contengono nel Dna un elemento maggiormente sfidante rispetto alle aziende tradizionali: la ricerca e il perseguimento dell’innovazione.
Due elementi di cui tenere conto nella lettura del report appena diffuso: come è stato più volte detto e dimostrato, il Registro non contiene tutte le startup innovative presenti in Italia. Il secondo elemento è sottolineato nello stesso rapporto: con l’entrata nel suo quarto anno di operatività il 18 dicembre 2016, la disciplina sulle startup innovative ha visto la scadenza di un vasto numero d’imprese per raggiunti limiti di età. Il Decreto Crescita 2.0, infatti, aveva previsto un regime transitorio della durata massima di quattro anni per le imprese costituite prima della sua entrata in vigore. Questo significa che la foto scattata da Infocamere, con numeri stabili ma in diversi casi in lieve caso, risente della normale fuoriuscita di una serie di startup che ormai, si può dire, hanno abbandonato la fase dell’infanzia per lanciarsi – eventualmente – verso un’età "adolescenziale". Ma vediamo le statistiche, punto per punto.
►Startup oltre quota 6.700 - A fine dicembre 2016 il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012 è risultato pari a 6.745, in aumento di 382 unità rispetto alla fine di settembre (+6%). Le startup rappresentano lo 0,42% del milione e mezzo di società di capitali attive in Italia (a fine settembre l’incidenza del fenomeno era pari allo 0,4%, a giugno 0,38%). Il consolidamento di questa tendenza crescente è particolarmente significativo se si considera che, con l’entrata nel suo quarto anno di operatività il 18 dicembre 2016, la disciplina sulle startup innovative ha visto la scadenza di un vasto numero d’imprese per raggiunti limiti di età. Il capitale sociale delle startup è pari complessivamente a 351,2 milioni di euro, in media 52,1 mila euro a impresa. Il capitale medio è caratterizzato da un lieve decremento rispetto al trimestre precedente, pari all’1,27%, mentre per il complesso delle società di capitali la diminuzione è stata dell’1,77%.
►Settori di attività, “vincono” servizi e ricerca - Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 70,56% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono produzione software e consulenza informatica per il 30,41%; attività di R&S, 14,37%; attività dei servizi d’informazione, 8,18%). Il 19,45% opera nei settori dell’industria in senso stretto (su tutti: fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,65%; fabbricazione di macchinari, 3,48%; fabbricazione di apparecchiature elettriche, 2,13%). Il 4,31% opera nel commercio. L’incidenza delle nuove imprese innovative tra le società di capitali è più elevata della media nei comparti dei servizi alle imprese (1,29%) e dell’industria in senso stretto (0,58%). In particolare è interessante osservare come il 25,55% delle società di capitali italiane la cui attività economica è classificata con codice Ateco 2007 “Ricerca e Sviluppo” sono startup innovative; rilevante è anche la quota di neo-imprese innovative fra le società dei servizi di produzione di software (7,99%).
Fonte / Source: | Luciana Maci - Economyup |
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