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Monday, 24 February 2014 10:51

2014: Una nuova era nella gestione dei crediti

Una crisi economica e di valori così lunga non si era mai vista. L’anno 2013 si è chiuso come il peggiore degli ultimi 30 anni.


Le chiusure aziendali e le procedure di crisi d’impresa sono state, nei primi 9 mesi dell’anno, 62 mila un +7,2% rispetto allo stesso periodo del 2012 (fonte Cerved).

In peggioramento anche i pagamenti della Pubblica Amministrazione e Partecipate con relativo avviamento della procedura d’infrazione all’Italia da parte dell’UE.

Positivi sono i dati relativi ai protesti che registrano un – 6% rispetto allo scorso anno e le previsioni sull’andamento dei pagamenti infatti il 2014 dovrebbe essere l’inizio di quella che può essere chiamata l’inversione di rotta con una crescita del fatturato e un maggior rispetto dei termini di pagamento concordati.


Alla luce di questo scenario le imprese più forti e strutturate per meglio cautelarsi hanno venduto ponendo in atto i seguenti correttivi:

1. riduzione dei termini di pagamento

2. aumento delle garanzie

3. selezione mirata della clientela

4. maggiori controlli antifrode

Le imprese più deboli hanno dovuto subire tempi di pagamento più lunghi che il mercato ha imposto.

Purtroppo in tutte le tipologie d’impresa si sono evidenziati forti lacune nell’evitare o minimizzare il default per un mancato rispetto di regole base che il Credit Management impone.

Questo cosa significa ?

Erogare e gestire il credito efficacemente diventa sempre più complesso ed oneroso, pertanto solo poco aziende sono preparate al proprio interno per farlo. Ci troviamo spesso di fronte a persone di buona volontà che si improvvisano, non esiste una policy del credito scritta e condivisa a tutti i livelli aziendali e poi ci si meraviglia del perché i tanti mancati incassi stanno portando le imprese al dissesto.

Questa crisi ha spazzato via le imprese non innovative, quelle con una precaria solidità finanziaria, quelle che non hanno diversificato il business o venduto in altre nazioni del mondo ma anche quelle che non hanno alzato il livello di professionalità nella prevenzione e rischio di credito.

Le sfide che ci aspettano dovrebbero partire da un assessment del nostro ciclo attivo per capire se abbiamo in casa le migliori competenze per sostenere la crescita profittevole dell’azienda.

Laddove il processo, le competenze, gli strumenti risultassero carenti o non soddisfacenti sarà necessario affidarsi a consulenti dotati di comprovata professionalità che ci potranno suggerire correttivi sia in ambito trasferimento del rischio sia in ambito outsourcing.

Sicuramente dietro ad un mancato pagamento troviamo un’inadeguata conoscenza del rischio di credito.