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Thursday, 22 May 2014 10:38

Recupero Crediti Aggressivo o Ruolo socio economico del comparto Tutela del Credito?

Siamo sempre  più bersagliati dai solleciti di pagamento, ma negli ultimi periodi, con il perdurare della crisi economica, il fenomeno si è accentuato a tal punto da far intervenire l’Antitrust.


Infatti, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato alcune società di recupero crediti e/o acquisto crediti per comportamenti ritenuti aggressivi e/o scorretti nei confronti dei consumatori.
 
In sostanza si tratta di solleciti inviati via posta, via mail, via sms, via telefono (anche preregistrati) di presunti crediti infondati o prescritti, con minaccia di visite a casa o sul posto di lavoro, per ritentare la composizione bonaria del credito.
 
Oppure numerazioni a pagamento riportati nei solleciti per verifiche amministrative o l’invio di finte citazioni in giudizio.
 
Sicuramente ci troviamo di fronte a comportamenti inaccettabili, in attesa di verifica, di pochi soggetti in un comparto (codice Ateco 82.91.1) che nel 2013 ha registrato un aumento d’iscrizioni con l’entrata di n.74 nuovi operatori per un totale di n.1406 imprese attive in CCIAA.
Certamente non solo gli unici casi che fanno notizia, leggere l’articolo sul www.Fattoquotidiano.it  <<l’esattore pentito: Ossessionare il debitore paga sempre>>.
 
A questo punto siamo andati al IV Rapporto Annuale dell’Associazione di Categoria Unirec, che rappresenta n. 200 società per un fatturato nel 2013 di € 1,023 miliardi, per capire meglio.
 
I dati sono impressionanti: volumi gestiti n. 39 milioni per complessivi  importi scaduti € 48,6 miliardi principalmente provenienti dal settore bancario/finanziario/leasing (60%) e dalle utility/telecomunicazioni (37%).
 
Ma tra i molti KPI interessanti ne spiccano due che danno forse una chiave di lettura a certi comportamenti come il tasso medio di recupero che è sceso di quasi due punti percentuali Anno 2013 = 19,6% rispetto all’Anno 2012 = 21,5% se lo confrontiamo con l’Anno 2007 la diminuzione è di 12 punti percentuali; come la provvigione media riconosciuta che è scesa dal 5,95% (2012) al 5,90% (2013).
 
Se poi consideriamo che gli addetti delle Imprese Associate Unirec sono aumentati del 41% negli ultimi cinque anni fino ad arrivare a n.17.735 unità, l’equazione diventa semplice:
[(+ volumi + costi) – (recuperi e provvigioni)]  = – fatturato =  - 24% di erosione degli utili nell’ultimo triennio.
 
Questa ci porta a pensare, ma anche a constatare, che alcuni possano aver spinto troppo con: le pressioni  per aumentare le performance oppure riducendo i costi con personale allocato all’estero a discapito delle qualità, oppure rendendo meno “umano” un momento delicato come l’insolvenza attraverso  telefonate preregistrate.
 
In tutto questo non sono esenti da responsabilità i titolari del credito, le cosiddette mandanti che non dovrebbero affidare crediti prescritti, dovrebbero vigilare sull’operato del provider e remunerarli meglio in quanto si potrà beneficiare entrambi dei risultati migliori e di conseguenza anche i comportamenti saranno più virtuosi.
 
Se non ci sarà un’inversione di tendenza, quindi una vera e concreta partnership tra imprese di tutela del credito e committenti, se non si eviteranno le “provinciali” discussioni interne ed esterne all’associazione per traghettare il comparto a modelli di business nuovi ed evoluti, si rischia di far venire meno invece il ruolo economico e sociale del comparto che a tutti gli effetti funge da ammortizzatore sociale per la tenuta del sistema paese.